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I MAESTRI
Pierfranco Brambilla Pisoni
"Un Maestro, un Padre, un Amico"
Pierfranco Brambilla Pisoni nasce a Morazzone il 20 luglio 1926 da Angela Garbagnati e da Giovanni Brambilla Pisoni, medico condotto del paese nonché giudice di pace.
Ceco dalla nascita, aiutato dal padre uomo di grande cultura, impara ben presto la scrittura Braille, grazie alla quale riesce a compiere il proprio percorso didattico, dimostrando una elevatissima propensione allo studio e all’apprendimento.
Impara infatti alla perfezione ben 4 lingue, inglese, tedesco, francese e spagnolo oltre che latino e greco e si appassiona ben presto all’elettronica, riuscendo perfino a costruirsi da solo una radio a valvole.
Ma esprimerà il suo vero talento con la musica, che lo accompagnerà per sempre sia dal punto di vista professionale che in quello culturale.
Supera infatti con facilità e con il massimo dei voti l’esame di composizione presso il Conservatorio di Milano nel 1943, diplomandosi in composizione e strumentazione per banda, musica e canto corale.
La prima fase professionale si svolge tra Milano e l’Olanda: viene assunto in qualità di tecnico del suono nelle sale di incisione della Philips dove ha modo di incontrare e collaborare con artisti di fama mondiale del tempo, come Tony Renis, Natalino Otto e addirittura Louise Armstrong, con il quale nasce anche un’amicizia.
Si dedica inoltre alla composizione di canzoni con lo pseudonimo di Cluny (insieme ad Anella Zanardi che scrive i testi, che nel 1963 diverrà sua moglie) per numerosi artisti affermati tra cui Cocki Mazzetti, Don Marino Barreto Junior, Arturo Testa. Intraprende anche la strada dell’insegnamento, aprendo una scuola di canto con allievi del calibro di Dori Ghezzi e Umberto Balsamo.
Verso la fine degli anni ’60 rientra definitivamente a Morazzone dove diventa insegnante di musica presso la neonata scuola media.
Nel 1971 fonda, insieme all’amico e altro illustre concittadino Cav.Adolfo Magnani, la Banda M.A.M. dei Ragazzi di Morazzone, grazie alla passione per la musica che il sapiente Prof. (così veniva affettuosamente chiamato dagli allievi) era in grado di trasmettere agli alunni della scuola.
Oltre alla direzione del corpo bandistico, incarico che manterrà fino al 2000 quando cederà la bacchetta ad uno di quei suoi allievi, si occupa anche in prima persona della costituzione del repertorio.
Proprio quest’ultimo diverrà negli anni segno distintivo del complesso per la vivacità e il brio dei brani proposti, non convenzionali per una banda di paese.
Si occupa a tempo pieno ovviamente anche della formazione individuale di ogni strumentista insegnando flauto, clarinetto, sax, tromba, flicorno, basso e percussioni, attività che lo impegnerà anche dopo aver lasciato la direzione garantendo così un continuo e duraturo ricambio generazionale alla banda.
Ed è proprio in questa attività formativa che la sua immensa umanità si manifesta pienamente. Nel corso degli anni sono decine e decine i ragazzi che si alternano nella sua casa con l’intento di imparare a suonare uno strumento per poi esordire nella banda, e che vengono ben presto coinvolti dalla disponibilità di quest’uomo nel trasmettere il suo sapere in un insegnamento a tutto tondo.
Mette al servizio dei suoi allievi non solo le conoscenze musicali ma tutta la sua enorme cultura offrendo in maniera completamente gratuita lezioni di lingue, storia, matematica, elettronica, medicina, spiegando concetti anche complessi con una semplicità comprensibile a chiunque, raccontando anche episodi o aneddoti da lui stesso vissuti in prima persona nella sua prolifica carriera professionistica.
L’affetto e il legame che si viene a creare è autentico e profondo e a poco a poco non vi è più un semplice rapporto insegnante-allievo ma molto spesso nasce una vera e propria amicizia: nonostante ci si rivolga doverosamente a “Prof” dandogli del Lei per l’ammirazione e il rispetto che gli si riserva, ci si sente accolti benevolmente tanto che la mera lezione diviene quasi di contorno per lasciar posto ad un dialogo che spazia dai più variegati ma mai banali argomenti.
Con lui semplicemente si cresce: taluni di quelli che inizialmente sono poco più che ragazzini anche grazie ai suoi consigli sono divenuti a poco a poco degli uomini scoprendo delle volte doti che sarebbero rimaste altrimenti sopite.
Fino alla fine si dedica a quella che diventa per lui una missione: non insegnare in maniera ordinaria solamente musica ma realmente educare alla vita ogni persona in base alle proprie peculiarità e carattere nel migliore dei modi.
Muore nella sua casa il 1 febbraio 2009, lasciando un enorme vuoto nel cuore di coloro i quali hanno avuto l'onore e l'immensa fortuna di incontrarlo sul proprio cammino, ma lasciando anche una grande eredità fatta di tanti insegnamenti e valori da trasmettere.
Il 3 febbraio 2019, a 10 anni dalla scomparsa, la banda inaugura la propria nuova sala prove che sarà a Lui dedicata. Il 21 luglio gli viene intitolata una piazza del paese che diventa Largo Pierfranco Brambilla Pisoni e viene posta una scultura a perenne memoria, elevandolo così tra i personaggi illustri che nel corso degli anni hanno scritto la storia di Morazzone.
Grande amico del Professor Pisoni e suo allievo, scopre grazie a lui doti che molto probabilmente sarebbero rimaste sopite: possiede infatti il dono di una musicalità praticamente senza eguali con la quale riesce ad improvvisare e a suonare magistralmente quasi ogni tipo di strumento, ottoni (specialmente la tromba), basso, pianoforte, contrabbasso e percussioni divenendo un suonatore virtuoso e poliedrico.
Prof stesso disse di lui: "Nel corso degli anni ho incontrato poche persone con l'orecchio e le doti musicali di Stefano". E va considerato che nella sua lunghissima carriera Prof conobbe svariati personaggi nel panorama musicale anche di fama internazionale!
Con questo biglietto da visita, dal 2000 Stefano Zanrosso ha l'onore e l'onere di prendere per mano la banda succedendo così all'amato e mai dimenticato Maestro.
Ha sin da subito il gravoso compito di non far rimpiangere il suo illustre predecessore mantenendo viva la tradizione musicale che ha da sempre contraddistinto la banda rispetto alle altre, ed al contempo ravvivare e riammodernare il repertorio ristrumentando talvolta vecchi brani o arrangiandone di nuovi.
Grazie al suo gusto musicale sempre più maturato nel corso degli anni, crea inoltre dal nulla pezzi dai generi più svariati, passando dal Rag Time al Jazz, dal Blues al Funky per approdare perfino alla musica sacra: memorabili sono gli ormai tradizionali concerti di Natale, capaci di emozionare il pubblico come mai prima d'ora.
Ma la caratteristica distintiva del vulcanico direttore non sono tanto le qualità musicali nonostante siano, come detto, di prim'ordine, ma, cosa ben più grande ed importante, le doti umane e di comunicatore.
Mai banali infatti sono le sue colorite e fantasiose "indicazioni" su come intende interpretare una qualche figura all'interno di un brano che si sta allestendo: con lui le prove del martedì sera sembrano essere sempre troppo brevi.
Nonostante siano ormai 20 anni che abbia impugnato la bacchetta, con il rispetto che giustamente gli si è dovuto per il ruolo di forte responsabilità che ricopre, la bellezza di essere diretti da Stefano è che lui è, e resterà per sempre "uno di noi".
Stefano Zanrosso
Talento Puro, al servizio della Banda